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di Alessandra Luciani

Che effetto hanno avuto sui nostri gusti immobiliari pellicole come Ghost, American Gigolò o Sex and the city?

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Sappiamo tutti che i modelli imposti dai mass media influenzano
l’abbigliamento, il make‐up o le pettinature che ci piacciono, ma avete mai considerato quanto influiscano sui nostri gusti immobiliari?
il più importante sito di annunci del settore (immobilaire.it), ha ripercorso i trend
degli scorsi decenni evidenziando come film e TV abbiano spesso determinato le nostre preferenze in termini di case.
Negli anni ’60 le riviste erano la principale fonte di ispirazione e, come ancora oggi si fa quando si va dal parrucchiere con la foto della nostra diva preferita, con le loro pagine in mano si richiedeva ai professionisti di riprodurre gli stessi ambienti.
GIGOLO’ O SEX & DE CITY?
Gli anni ’70 e le moltissime serie televisive ambientate in villette singole che
diventano loro stesse protagoniste dei set. Cosa sarebbe Happy Days senza la casa dei
Cunningham o la Famiglia Bradford se ambientata in un normale condominio? Fu così che anche in Italia scoppiò la passione per le case unifamiliari, magari non gigantesche, ma con un giardino indipendente e localizzate in periferia. Col passare degli anni, però, diventarono sempre più scomode, visto che costringevano i proprietari a lunghi tragitti fra la casa ed il lavoro, e vennero considerate insicure per l’aumentata delinquenza. Oggi rivenderle è spesso un problema e, più che un protagonista di Happy Days, ci si sente di vivere nella Wisteria Lane di Casalinghe disperate!
A partire dagli anni ’80 il cinema prende il sopravvento, generando quelli che sono diventati dei veri e propri modelli dell’architettura, elementi imprescindibili nelle richieste degli acquirenti. Si pensi al ruolo che hanno giocato film come American Gigolò (1980) e Flashdance prima (1983), Ghost poi (1990), nella diffusione dei loft come nuovi spazi abitativi. Vivere in una casa di quel tipo ci avrebbe fatto sentire talentuosi come Jennifer Beals, belli come Richard Gere e amati come Demi Moore e Patrick Swayze. Non avremmo però dovuto richiedere un mutuo per la prima casa:
tecnicamente il loft è un locale commerciale e, in virtù di ciò, non ci si può risiedere.

Alla fine degli anni ’90, e la tendenza è ancora oggi più che attuale, la Carrie di Sex and the City ha convinto le donne di mezzo mondo dell’indispensabilità di una cabina armadio gigante in cui ostentare il proprio guardaroba, con buona pace dei compagni che si possono consolare con il garage, sempre più attrezzato e degno delle auto di Fast and Furious.
Ancora seguendo modelli mediatici, negli ultimi anni la cucina, prima ridottissima e quasi sparita dalle case italiane a favore degli angoli cottura, ha assunto dimensioni sempre maggiori diventando un tutt’uno col soggiorno. Per le precedenti generazioni quello in cui si preparava da
mangiare era un ambiente da tenere quasi nascosto, ma loro non conoscevano Gordon Ramsey! Il successo di programmi come La prova del cuoco prima e Masterchef poi hanno spinto gli acquirenti a volere cucine belle oltre che funzionali, da esibire come uno status symbol.
«Rispondere a questi nuovi bisogni, o aderire ai nuovi modelli diffusi – afferma l’architetto Giovanni La Varra, dello studio Barreca&La Varra e docente presso l’Università di Udine – porta le persone a perdere il senso della dimensione. Accade sovente che ci venga richiesta a tutti i costi un’isola in cucina o una cabina armadio laddove la planimetria non lascia spazio a queste soluzioni;
o, ancora, che si desiderino oggetti visti su un giornale o in tv che materialmente non possono essere inseriti all’interno dell’ambiente a disposizione o che, per la conformazione degli spazi, non avrebbero alcuna funzionalità.»

Quali saranno le nuove tendenze dell’abitare?
Il film dell’anno dovrebbe essere Star Wars – il
risveglio

FONT SITO IMMOBILIARE.IT DICEMBRE 2015

Agenti immobiliari. Più brave le donne?

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Secondo un’analisi a metà fra il serio e il faceto diffusa in questi giorni negli Stati Uniti d’America, se siete in procinto di mettere in vendita la vostra casa e volete realizzare il massimo profitto possibile… dovete affidarvi a un’agente immobiliare donna.

Non solo è un dato di fatto che le donne che svolgono la professione di agente immobiliare siano, almeno negli Stati Uniti, numericamente quasi il doppio degli uomini, ma anche i dati di mercato sembrano indicare in loro le professioniste migliori.

Secondo l’analisi, se da un lato pare che gli uomini siano in grado di attrarre verso di loro il maggior numero di incarichi da chi è in procinto di vendere, dall’altro le donne riescono a spuntare per i loro clienti i prezzi di vendita più alti.

Questo avviene perché, sembra, sono più generose nel valutare gli immobili e, conseguentemente, il loro primo prezzo richiesto è più alto di quello dei loro colleghi uomini. Alla fine dell’anno, continua la ricerca, pare che le agenti immobiliari di sesso femminile siano riuscite a portare a casa vendite per un ammontare complessivo che supera di quaranta mila dollari quello che hanno messo in cassa i maschi.

Se il tutto sia scientificamente provato o addirittura anche solo provabile è da discutere, ma quello che è ormai certo è che la ricerca dell’immobile sia in mano alle donne. Anche in Italia, oltre il 60% delle indagini preliminari che vengono fatte sul web è appaltato alla parte femminile della coppia. Le donne sono senza dubbio più concrete e pazienti degli uomini; ecco perché tocca a loro trovare la migliore delle offerte possibili per individuare l’appartamento che meglio risponde alle esigenze della famiglia.

Fonte: Redazione di Immobiliare.it

Nasce il “dizionario sociale”, si comincia dall’ “Housing”


ROMA – Parole, ne ascoltiamo e ne usiamo di continuo, soprattutto noi giornalisti. Ma spesso chi è “addetto ai lavori” dimentica che il pubblico a cui si rivolge potrebbe essere all’oscuro di questo o di quel significato. La dimenticanza può riguardare i settori più svariati, ma certamente la sfera sociale è tra quelle in cui l’inciampo è a portata di mano. Vuoi perché è un mondo che, grazie allo sviluppo che lo ha investito negli ultimi anni, ha coniato moltissimi termini nuovi, vuoi perché fin troppo spesso l’informazione generalista si rende complice nel ricondurre modi di agire e fare sotto improbabili macro-categorie (un esempio su tutti è la confusione puntuale che i media generano parlando dei “cooperanti” – ovvero operatori stipendiati da organizzazioni non governative per sviluppare progetti di solidarietà nei paesi in via di sviluppo – chiamandoli “volontari” – ovvero cittadini che senza alcuna retribuzione, principalmente in territorio nazionale, svolgono attività di supplenza a servizi che dovrebbero essere garantiti dallo Stato). Errori piccoli e grandi che commettiamo in molti e a cui qui scegliamo di porre un piccolo rimedio con un “dizionario del sociale” in formato video, che periodicamente si proporrà di indagare termini e locuzioni non ancora entrati nel linguaggio comune attraverso la voce di esperti, mappe interattive, fumetti e interviste, sempre nell’ottica di fornire ai nostri lettori un’informazione di qualità e di servizio.

2 gennaio 2016
fonte corriere sociale – corriere della sera
servizio di chiara samorì

APPLES

MELE

Colpì e illuminò Newton sulla legge di gravitazione universale ma era anche la copertina di un Lp dei Beatles di cui Jobs s’innamorò…

 

Tutti amano ‘Master Bath’

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Se tu fossi oggi alla ricerca della prima casa, a quale comfort daresti priorità?

“I risultati di un recente sondaggio  mostrano che, per la maggior parte, uomini e donne, in gran parte vogliono le stesse cose.

Il comfort superiore per entrambi i sessi è un bagno padronale, seguito da una cabina armadio.

Il 72% delle donne desiderano una cabina armadio rispetto al 55% degli uomini.

Posizione numero 3 sulla lista di servizi domestici più-desiderati per entrambi i sessi è una cucina-gourmet.

Forse gli uomini e le donne non sono così diversi come siamo stati portati a credere!

 

Da un recente sondaggio Trulia’s top-rated mobile app

Una vita domestica felice: la vostra situazione abitativa influenza la vostra vita amorosa?

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Parlando di appuntamenti, molti sono i fattori che possono influire sulla vostra compatibilità con l’altro sesso: lo stesso senso dell’umorismo, hobby o interessi in comune, valori condivisi e – secondo un recente studio – il luogo – e il modo in cui vivete.

In base ad un recente sondaggio, la situazione abitativa è ai primi posti tra i fattori che possono determinare il successo di una relazione e molti degli intervistati hanno le idee ben chiare sulle loro preferenze. Ad esempio, sei single su dieci uscirebbero più volentieri con qualcuno che vive da solo, mentre un terzo degli intervistati, ha affermato che chi possiede una casa di proprietà ha decisamente più fascino di un semplice affittuario. I risultati mostrano anche un interessante divario di genere per ciò che riguarda l’ubicazione della casa; gli uomini, infatti, affermano di preferire donne che vivono in città, mentre queste ultime sono più interessate a uomini che abitano in periferia, non è chiaro però se per questioni di affinità o solo di convenienza.

E’ importante rilevare che nessuno di questi fattori è stato ritenuto “determinante” ed è quindi poco probabile che sarà usato come scusa per chiudere una promettente storia d’amore. Tuttavia, se appartenete alla nutrita categoria di adulti che ancora vivono con i propri i genitori, forse è arrivato il momento di andar via. Solo il 5% degli intervistati, infatti, frequenterebbe qualcuno che vive ancora a casa dei suoi, senza, a quanto pare, concedere alcuna attenuante.

Gli affitti elevati non solo accelerano le relazioni, ma tengono anche unite le coppie infelici. In zone particolarmente costose e ricercate, trovare la casa o l’appartamento perfetto può essere difficile quasi come trovare l’uomo o la donna perfetta – e sempre più spesso c’è chi è disposto a scendere a compromessi sul partner pur di tenersi la casa. Persino prima di iniziare una relazione, la vostra zona di residenza può giocare un ruolo cruciale nella vita amorosa; studi dimostrano che nei siti di incontri, il luogo in cui si vive può in certi casi avere un maggiore o minore impatto sul grado di successo.

Alcune aree possono rendere la vita parecchio difficile ai single in cerca d’amore, anche solo per l’elemento demografico. La bilancia può significativamente pendere a favore degli uomini o delle donne a seconda del Paese, della regione o persino del circondario, incrementando, o riducendo, le possibilità statistiche di trovare la persona giusta. Non mancano le liste che consigliano a uomini e donne il luogo perfetto dove andare a vivere per trovare un numero maggiore di partner dell’altro sesso.

Se state pensando di dare una svolta alla vostra vita acquistando un immobile in una nuova area, contattatemi! Troverete la casa dei vostri sogni – e forse anche la persona giusta con cui condividerla!

 

Fonte Social media team

Non solo Bric: ecco il club di 25 Paesi che fa da locomotiva all’economia globale

Non solo Bric. La classificazione dei Paesi emergenti necessita di un aggiornamento urgente: ai quattro grandi (Brasile, Russia, India, Cina) bisogna aggiungere altre 21 economie in rapidissima crescita, il cui Pil è aumentato in media del 6,2% nel 2011 e continuerà a salire del 5,9% anche nel 2012. Quasi quattro volte tanto il tasso di sviluppo dell’Eurozona, in calo dall’1,6% all’1,1% dell’anno prossimo. Tra i nuovi emergenti vi sono Stati come il Qatar, il Kazakistan, il Vietnam, la Nigeria, il Ghana e l’Indonesia, in grado di rivaleggiare anche con i grandi colossi asiatici in termini di velocità relativa di crescita.

È quanto emerge dallo studio Rapid growth markets (Rgm) forecast di Ernst&Young, che analizza le tendenze economiche in atto nei Paesi emergenti e il loro rapporto con le economie avanzate. Nell’arco degli ultimi dieci anni, il Pil degli Rgm è cresciuto a un ritmo del 5,8% annuo, e per la prossima decade gli analisti stimano che il boom economico sia destinato a proseguire, seppure a un ritmo meno accentuato, con un incremento medio del 3,5% l’anno.

Donato Iacovone, country managing partner di Ernst & Young in Italia, spiega così i fattori che hanno determinato il successo delle economie emergenti: «Tra i Paesi a più rapida crescita, molti sono trainati dalla disponibilità di petrolio, gas naturale e metalli. Fatta eccezione per la pausa del 2008, negli ultimi anni la richiesta di materie prime è aumentata costantemente. Altri Stati ancora contano su fattori diversi, come il basso costo della manodopera, per aumentare la competitività delle economie locali e la capacità di attrazione di investimenti produttivi dall’estero».

Il flusso di investimenti diretto verso gli Rgm è più che raddoppiato nel giro di 10 anni, dai 210 miliardi di dollari del 2000 ai 445 miliardi del 2010. A oggi, gli investimenti diretti nei 25 nuovi Paesi emergenti ammontano al 50% del totale globale. Contemporaneamente, però, cresce anche l’interdipendenza tra Paesi avanzati e in via di sviluppo. Secondo Iacovone, «sino a pochi anni fa il flusso commerciale era molto semplice: gli investitori occidentali andavano a cogliere le opportunità di produrre beni a costo più basso, per poi riesportare verso i Paesi avanzati. Poi, quasi tutti gli Rgm hanno sviluppato un mercato locale con una crescente domanda domestica. È quindi diminuita l’esigenza di esportare i prodotti e sono aumentate le importazioni».

Il risultato è che oggi l’export dai Paesi emergenti è sceso sino a contribuire al 50% dei Pil nazionali, una proporzione sempre più vicina al 40% della zona Euro. Viceversa, i Paesi sviluppati esportano beni per 9.800 miliardi di dollari verso i rapid growth markets. Non solo: «Entro il 2020, ci aspettiamo che il 33% delle esportazioni dalle economie avanzate sia destinato agli Rgm. In pratica, un dollaro su tre del controvalore esportato andrà verso gli emergenti, per un totale di 17.600 miliardi», stima l’esperto. Sempre guardando al 2020, le stime di Ernst & Young delineano uno scenario in cui i Paesi ad alto potenziale contribuiranno al 50% del Pil mondiale (calcolato a parità di potere d’acquisto), al 38% dei consumi e al 46% delle esportazioni di beni globali.

I fattori che determinano queste stime positive sono numerosi: si va dal miglioramento della gestione economica ai bassi tassi di indebitamento pubblico e privato, passando anche per gli importanti investimenti pubblici nelle infrastrutture locali. L’interdipendenza tra Paesi avanzati e Stati emergenti implica però delle criticità che potrebbero costituire un ostacolo alle potenzialità di crescita.

Se si verificasse uno scenario di recessione in Europa e stagnazione negli Stati Uniti, il tasso previsto di aumento medio del Pil si dimezzerebbe al 3,2% già nel 2012-2013. Ne soffrirebbero pesantemente sia gli esportatori di petrolio e materie prime come Russia, Brasile e Cile, sia le nazioni con commercio e legami finanziari importanti con l’occidente come Corea e Singapore.

«Non bisogna ignorare gli altri fattori che potrebbero creare rallentamenti allo sviluppo degli Rgm. Prima fra tutti, l’instabilità politica di alcune regioni che potrebbe creare crisi paralizzanti come è accaduto in Nordafrica. Ma le sfide includono anche la pressione inflazionistica crescente e l’esigenza di infrastrutture sufficienti a supportare un potenziale di crescita a lungo termine», conclude Iacovone.

Fonte: Redazione di Ilsole24ore.com

Donne più brave nel selezionare il mutuo ideale

Selezionare il mutuo più adatto alle proprie esigenze non è impresa facile. Ad armarsi della pazienza necessaria per individuare la soluzione ottimale sarebbero soprattutto, secondo i dati diffusi dal comparatore online Mutui.it, le donne, mentre ruolo caratteristico dell’uomo sarebbe piuttosto l’effettiva sottoscrizione del contratto.

Come rilevato dal comparatore avviato lo scorso ottobre dopo l’esperienza maturata dal price comparison Assicurazione.it nell’ambito delle Rc auto e moto, nel 63% dei casi la fase informativa precedente alla richiesta di finanziamento e basata sul confronto delle tariffe disponibili sarebbe appannaggio delle donne mentre nell’80% dei casi la richiesta formale sarebbe effettivamente presa in carico dagli uomini.

Stando ai numeri dichiarati, ad accedere allo strumento di comparazione online per un preventivo sarebbero stati in questa prima fase oltre 200.000 utenti ogni mese, con 380.00 visite registrate nel solo mese di aprile. L’età media degli utenti rilevata sarebbe di 39 anni, mentre la finalità sarebbe stata nel 70% di casi la richiesta di mutuo per il finanziamento dell’acquisto della prima casa.

‘Così come è stato per Assicurazione.it, anche Mutui.it nasce da un’esigenza di chiarezza e trasparenza in un mercato estremamente articolato e complesso’ ha commentato il ceo di Mutui.it Alberto Genovese in occasione della presentazione ufficiale dei risultati dello strumento di comparazione online che offre, tra i vari istituti presenti, i prodotti di UniCredit, BNL, ING, e Barclays Bank. ‘

Trovare il mutuo migliore non è mai facile, ma avere a disposizione uno strumento imparziale, efficiente e semplice per orientarsi nel mondo dei mutui permetterà ai consumatori di vivere con maggiore serenità questo importante momento.’

Fonte: Redazione di Case24.it